5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

10 Febbraio 2025 - Lunedì

10 Febbraio 2025 - Lunedì

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Dopo la moltiplicazione dei pani e la tempesta sedata, Gesù e i discepoli approdano a Gennèsaret. Una cosa è sicura: se Gesù è con noi, sia la “fame” (sarebbe meglio forse parlare di “fami”, perché sono davvero tanti i nostri bisogni…) sia le tempeste vengono sempre superate e “approdiamo” a nuovi lidi e, oltre le nubi minacciose e i marosi, Gesù ci mostra sempre nuovi orizzonti. La differenza non è data da ciò che ci accade, ma se in ciò che ci accade siamo con Lui. Ora è vera una cosa: per le nostre debolezze, la poca fede, i nostri peccati non sempre abbiamo la percezione di avere Gesù nel cuore… Ma una cosa è sicura: noi siamo sempre nel Cuore di Gesù. È ciò che insegna Paolo: «Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso» (2Timoteo 2,11-13). L’Amore non rinnegherà mai Sé stesso perché una delle leggi immutabili dell’amore e dell’amare (e ne facciamo esperienza umana continua) si esprime attraverso il desiderio di “stare con” le persone che amiamo. Basterebbe leggere con attenzione ciò che Gesù dice ai Suoi discepoli alla vigilia della Sua morte: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: ‘Vado a prepararvi un posto’? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Giovanni 14,1-3). «Perché dove sono io siate anche voi»: ecco il progetto di Dio per ognuno di noi! Ecco cosa significa che “Dio ci salva” perché questa è la Sua volontà: «che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1Timoteo 2,4): significa che ci “conserva nella vita” per donarci il posto che ha preparato per noi da sempre. Ci stupiamo? Forse perché abbiamo dimenticato che il Nome del Bambino di Betlemme è Emmanuele che significa Dio-con-noi (cfr. Matteo 1,23). Forse perché abbiamo dimenticato la Sua promessa al momento dell’Ascensione al Cielo: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Matteo 28,20). Lo dico per me: non so se ho sempre Gesù nel cuore, ma di una cosa sono sicuro: che nel Suo Cuore ci sono sempre! E le folle che non lo “conoscevano” ancora avevano intuito che in Gesù c’era qualcosa di straordinario. Sarebbe facile dire che questo accadeva a causa dei miracoli che compiva. In realtà le folle Lo cercavano perché «erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi» (Marco 1,22). Non soltanto dunque dal lembo del mantello come l’emorroissa (cfr. Marco 5,28) o le folle del Vangelo di oggi, ma anche dalle Sue Parole si irradia una forza, un’energia, un Amore che fa sentire salvato chiunque lo ascolta. Questa è la buona notizia di oggi: non possiamo toccarLo fisicamente come accadeva duemila anni fa, ma possiamo ascoltarne la Parola che, come duemila anni fa e sino alla fine dei tempi, salverà l’Uomo dagli abissi del peccato, della morte e della mancanza di senso. E comunque anche oggi è possibile “toccarLo”. Per esempio nei Sacramenti: pensiamo all’Eucaristia dove Lui è realmente presente col Suo Corpo/Sangue/Anima/Divinità; nei fratelli/sorelle che incontriamo, in tutti; ma soprattutto nei più poveri e disagiati perché Gesù ha detto: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (cfr. Matteo 25,40). È vero che siamo peccatori e fragili e poveri e limitati, certo; ma questo non deve diventare mai un alibi perché paradossalmente più siamo irretiti nei nostri peccati e nelle nostre fragilità più sentiamo tutta la bellezza e il potere liberante e terapeutico di queste parole: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Marco 2,17). Un’altra cosa desideriamo mettere in evidenza: il grande movimento che si crea intorno a Gesù: «accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse». Questa annotazione ci offre la possibilità di sottolineare la carità fraterna che suscita la ricerca di Gesù. Pensiamo a quella umanità incapace di muoversi autonomamente e che viene portata da altri al Suo cospetto. Chi erano: parenti, amici, semplici conoscenti che si sono prestati a queste opere di carità. Sì, Gesù suscita sempre intorno a Sé una rete di solidarietà, di amicizia, di condivisione dei beni, di moltiplicazione non solo di pani, ma anche di gesti e sorrisi e disponibilità che rendono meno dura la condizione di infermità sia fisica che spirituale. Non solo Lui è il Guaritore, ma ci rende partecipi della Sua azione attraverso la carità e la disponibilità al servizio; quelle diaconie di amore che illuminano le esistenze segnate da ferite visibili e, più spesso, invisibili agli occhi, ma non al cuore di chi ha scoperto la gioia di essere un prolungamento dello sguardo, dell’amore, dell’amicizia, della tenerezza e compassione che Gesù ha per tutti gli uomini di ogni tempo.

Caro Gesù,
l’umanità è sempre la stessa,
piena di tristezze e paure,
malanni e affanni, molti dei quali
ce li siamo creati da soli…
Ma anche Tu sei lo stesso,
ieri, oggi e sempre.
E sempre hai la stessa compassione,
lo stesso sguardo pieno di tenerezza
verso ogni forma di sofferenza,
lo stesso desiderio di raggiungere
le nostre povertà che,
da strumento di frustrazione,
diventano occasione per sperimentare
la ricchezza della Tua misericordia.
Ma le folle oggi, purtroppo,
non Ti cercano più…
Le hanno convinte che non esisti,
e che se esisti, non Ti prendi cura di noi!
Fra l’altro, lo sai bene,
che una delle cause
di questa mancanza di fede
è anche colpa “nostra”,
di noi che ci diciamo “credenti”
e poi scandalizziamo i “lontani”
con comportamenti
incoerenti e contraddittori.
Ti preghiamo, Gesù:
donaci quella trasparenza del cuore,
quella autenticità,
pur nella fragilità umana,
che ci permette di essere riflesso
della Tua Presenza nel mondo.
Aiutaci a farci carico,
con la carità e l’amicizia disinteressata,
delle sofferenze di chi ci vive accanto,
sciogliendo il gelo dell’indifferenza
con il calore della Tua carità.
E diventeremo tutti insieme
portatori di barelle e speranze,
sorreggeremo e rialzeremo chi è caduto,
faremo sentire che Tu continui ad abitare
il cuore dell’Uomo
per renderlo capace di quell’Amore
che salva corpi e anime afflitte.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

Liturgia

Orari

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6.15 Lodi e Santa Messa (Lun, Mar, Mer)
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