In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Oggi Marco ci offre la dinamica della Chiesa e di ogni battezzato: andare in missione e poi tornare sempre da Gesù per confrontarsi con Lui, con ciò che Lui “ha detto e fatto” (i Vangeli) per comprendere se stiamo camminando nella Sua volontà e stiamo indicando la direzione giusta a chi cammina con noi. Questo è il cuore di ogni annuncio, di ogni forma di apostolato: “stare con Lui” (cfr. Marco 3,14), per ascoltarlo (le parabole del seme che abbiamo contemplato nei giorni scorsi) e… mangiarLo: l'Eucaristia!
È molto significativa la richiesta di Gesù: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Diciamoci la verità: spesso ci lasciamo coinvolgere dai ritmi frenetici della vita e a volte ce li creiamo noi, forse per paura del silenzio, per paura dei “vuoti” del cuore e della mente. Anche nelle cose del Signore, per il Signore: corriamo il rischio di fare tante iniziative e attività e incontri, ma se non ci “carichiamo” di Lui nella preghiera e nella solitudine finiamo per diventare dei limoni super spremuti che non hanno più succo né per sé, né per gli altri…
Questa esortazione di Gesù richiama alla memoria il rimprovero da Lui stesso rivolto a Marta di Betania: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (Luca 10,41-42). Il principio è sempre lo stesso, consegnatoci da Gesù nelle Tentazioni: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Matteo 4,4). Appare evidente che Marta stava “lavorando” per Gesù perché stava preparando qualcosa di buono da mangiare per Lui e Gesù le era profondamente grato, ovviamente. Ma nel rimprovero è contenuta l’indicazione di ciò che è nocivo alla nostra vita: non il lavoro – che comunque deve essere fatto – ma “l’agitazione e l’affanno” che ci riportano alla terza tipologia di terreno della parabola del Seminatore: gli affanni e le passioni che soffocano la Parola nel cuore dell’uomo (cfr. Marco 4,18-19).
«Riposatevi un po’» ci dice stamattina Gesù e il pensiero potrebbe andare alle nostre domeniche che anche per molti cristiani sono diventate tutto tranne che “il giorno del Signore”. Abbiamo davvero bisogno di far riposare e il corpo e la mente e lo spirito, ma quale migliore riposo se non andare da Lui, almeno una volta alla settimana?! E giusto per un’oretta, il tempo della Messa… Non è poi così esigente il Signore! Per poi ritornare alle nostre attività consuete con un cuore più sereno, con la mente più rilassata perché come discepoli lo abbiamo incontrato nella Parola e nell’Eucaristia. Perché forse non abbiamo ancora capito davvero che la relazione con Gesù non serve a farci diventare “angeli”, “serafini”, “creature disincarnate” … È necessaria piuttosto per farci diventare più “esseri umani”; per valorizzare quanto di bello umanamente c’è in noi; per farci riscoprire il nostro “essere umani” nella sua autentica dimensione di figli di Dio e fratelli di tutti! L’antitesi tra “vita attiva” e “vita contemplativa” è ormai superata.
Don Tonino Bello suggeriva questa definizione dello stile esistenziale dei cristiani: “vita contempl-attiva”; ossia portare dentro il quotidiano il nostro incontro personale con Gesù vissuto “in disparte”, nel deserto. Sì, per poter vivere bene e in armonia con gli altri è necessario imparare a vivere nei nostri deserti personali. Lo so: a volte ci fanno paura e infatti facciamo di tutto per non restare da soli, le nostre case e i cuori sono pieni di rumori, parole, discorsi che non ci consentono di immergerci in noi stessi per incontrare, nel profondo del nostro cuore, il Signore che vuole fare comunione con noi. In realtà scopriamo che “il deserto” è il luogo per eccellenza dove Dio ci attira: «Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Osea 2,16). Il tanto temuto deserto allora diventa una scuola dove si impara a stare soli con sé stessi e Gesù; dove si fa esperienza di pacificazione interiore di tutte quelle energie negative che lo affollano e lo inquietano.
A tal riguardo, a volte pensiamo che per trovare la pace dobbiamo avere sciolto tutti i nodi, aver trovato soluzioni per tutti i problemi, aver compreso tutto della nostra vita… Niente affatto! Il cristiano maturo piuttosto è colui che ha imparato non ad eliminare tutte le cose negative e chiarito tutti i misteri. È colui/colei che ha imparato a conviverci fidandosi del Dio Amore che ci affianca, come fedelissimo Compagno di viaggio. Solo nel silenzio del deserto sarà finalmente possibile cogliere il leggero e discreto bussare di Gesù al nostro cuore: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Apocalisse 3,20). E se sperimentiamo nella fede questa Presenza allora accade anche per noi quello che è accaduto a Gesù al termine della Sua permanenza nel deserto: «Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano» (Marco 1,13). Il deserto dunque ci insegna “a stare” con le bestie selvatiche dei nostri pensieri, delle paure, delle rabbie inespresse, delle delusioni per accorgerci che non possono scalfire minimamente la nostra identità di figli di Dio, “formati” dalla Parola e “nutriti” con il Corpo e Sangue di Gesù.
Caro Gesù,
la situazione
oggi è cambiata.
Se allora vedevi l’umanità
come un mare di persone,
senza guida, senza pastori,
oggi deve sembrarTi
ancora più sofferente e dispersa,
perché i “pastori” si sono moltiplicati.
Se Ti facessi un giro sul web
ne incontreresti di ogni tipo:
quelli che urlano contro tutto e tutti;
gli odiatori da tastiera;
quelli più silenziosi e furbi,
che si spacciano come
gli unici possessori della verità
e usano “la rete” per “pescare”
con inganni e false profezie;
quelli che creano ad arte
confusione e sospetti e fake news
(le chiamiamo così
sulla terra le notizie false…
ma credo Tu lo sappia…
ne hanno inventate tante
anche contro di Te per eliminarTi…).
E dentro questo caos universale
risuona il Tuo invito sereno:
«Venite in disparte, voi soli,
in un luogo deserto,
e riposatevi un po’».
Grazie, Gesù! Perché Tu sai
quanto abbiamo bisogno di riposarci.
Siamo sfiniti perché corriamo tanto,
dalla mattina alla sera,
e non sappiamo più nemmeno
perché, per-chi.
Facci trovare riposo nella Tua Parola
che non ferisce mai l’anima,
ma la guarisce.
Fa’ che i nostri deserti
non siano più luoghi abitati solo
dalle paure e dalle angosce,
ma diventino esperienze
dove ritrovare la Tua Voce,
dove non più distratti
da mille sollecitazioni
ritrovare il Tuo Volto.
E sentiremo di nuovo
scendere su di noi
come balsamo e unguento
la Tua compassione.
E una pace serena
avvolgerà le nostre vite affannate.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!