In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Oggi inizia il lungo cammino della Quaresima che ci porterà a celebrare la Pasqua (20 aprile). Ed inizia con l’imposizione delle Ceneri sulla nostra testa, accompagnata da una piccola frase tratta dalla Scrittura che il sacerdote pronuncerà su di noi scegliendo tra due opzioni: «Polvere tu sei e in polvere ritornerai!» (Genesi 3,19), oppure: «Convertiti e credi nel Vangelo» (Marco 1,15). La prima ricorda la fragilità della nostra vita terrena. La seconda l’importanza di vivere seguendo Gesù e facendo della Sua Amicizia la roccia della nostra vita, come Lui stesso ci ricorda: «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia» (cfr. Matteo 7,24-25). Pertanto potremmo dire così: convertiti credendo nel Vangelo; ossia il Vangelo è la forza che ci permette di convertirci. Il filo rosso che unisce il Vangelo di oggi è la parola: Padre. Per ben tre volte Gesù dice: «e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Allora “convertirsi” significa semplicemente riscoprire la propria identità di figlio di Dio! La preghiera mi ricorderà che Dio è mio Padre. L’elemosina mi ricorderà che anche gli altri sono figli di Dio “come me” e dunque “per me” fratelli. Il digiuno mi ricorderà che «non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Matteo 4,4); dalla bocca di quel Padre che ci ha donato Gesù: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Giovanni 3,16). Ecco la Quaresima “in spiccioli”. È un cammino per ritrovare la nostra vera identità, il senso del nostro essere su questa Terra, la gioia di scoprire che il Dio-con-noi (cfr. Matteo 28,20) non si è stancato di noi e ci attende in due luoghi specifici da raggiungere spiritualmente con la preghiera: la Croce, ai piedi della quale ottenere il perdono dei peccati e il Santo Sepolcro dove vincere finalmente la paura della Morte che è stata sconfitta dalla risurrezione di Gesù. E poi ci attende quotidianamente lungo le strade della nostra esistenza per aiutarci a vivere la fraternità, la solidarietà, la misericordia con le persone che la Provvidenza ci fa incontrare. Allora più che digiuni e mortificazioni e penitenze (buone sempre e comunque per allenare la volontà) ciò di cui abbiamo bisogno è dilatare il cuore; più che svuotare mense e piatti abbiamo bisogno di apprezzare la nostra vita, di imparare a ringraziare Dio per tutto quello che vuole o permette; abbiamo bisogno di spalancare gli occhi del cuore per riconoscere i semi di bellezza che Gesù, il più bello tra i figli dell’uomo, ha sparso in ogni cosa creata. Impegniamoci nel perdono, da dare e da chiedere, se necessario; nell’aiuto concreto, da dare e da chiedere, se necessario; nella costruzione quotidiana di relazioni libere e liberanti, sincere, disinteressate. Questo sarà il modo migliore per prepararci alla Pasqua del Signore. Non un di-meno (cibo, televisione, sigarette, parolacce…), ma un di-più: amore, fede, speranza, fraternità, ascolto, misericordia.
Caro Gesù,
grazie per la “cenere”
che oggi segnerà la mia fronte,
per ricordarmi quanto sia fragile
l’esistenza terrena;
e grazie anche per l’invito
a fidarmi e affidarmi di più
al Vangelo, unica fonte genuina
dalla quale attingere
quell’acqua fresca
di cui ho bisogno,
ma proprio tanto,
nel peregrinare
dei miei tanti deserti.
Aiutami a viverla questa Quaresima
senza concentrarmi su me stesso:
su quanto cibo “in meno” mangerò,
su quanto tempo “in meno”
userò il cellulare,
su quante volte “in meno”
litigherò con qualcuno…
Aiutami piuttosto a concentrarmi
sul “di più”:
quanto “più” amore metterò
in ciò che faccio;
quanto “più” sarò grato a Te
e alle persone che rendono
bella la mia quotidianità;
quanto “più” starò attento
ai bisogni di chi mi sta accanto…
E arriverò in fondo
a questo tempo di grazia
con una contabilità nuova:
non più calcolata sulle cose
alle quali “ho rinunciato”,
ma definita dal
“quanto di più ho amato”.
E ho la sensazione
che facendo così
Ti strapperò un sorriso…
Buon inizio di Quaresima a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!