In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
L’insegnamento di oggi riguarda l’unione tra l’uomo e la donna. E Gesù ne mostra tutta la bellezza facendoci vedere come essa è “vangelo” ossia “notizia buona e bella”. Sì, perché questa unione risponde alla “preoccupazione” del Padre Creatore sulla condizione umana: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Genesi 2,18). E così la creazione della Coppia umana riflette nel mondo la bellezza dell’Amore trinitario: al matrimonio cristiano, elevato da Cristo alla dignità di Sacramento, è affidata la missione di “dire al mondo come Dio ama”! Pertanto il significato del matrimonio non si esaurisce solo nella conservazione della specie umana o nel reciproco aiuto tra gli sposi o nella gioia dell’unione spirituale e fisica come completamento della propria incompiutezza, poiché è un mistero che trova tutta la sua significatività nell’amore assoluto per Dio, dove l’uomo realizza pienamente sé stesso. In altri termini, il matrimonio è una nuova via per la santificazione; non è solo un modo per amarsi umanamente, poiché attraverso questo amore umano, la cui Fonte inesauribile è la Trinità Amante, la Coppia esprime il suo amore per Dio! E lo racconta al mondo con la propria testimonianza. Ecco perché il Sacramento del Matrimonio, come il Sacramento dell’Ordine Sacro, è stato istituito per la comunione e la missione. Questa importanza emerge da tutte le catechesi familiari della Chiesa primitiva che mostra il Matrimonio come riflesso sacramentale del rapporto che lega Cristo alla Chiesa (cfr. Efesini 5,22-6,4; 1Timoteo 2,8-13; 5,1-6,2; Tito 1,5-9; 2,2-10; 1Pietro 2,13-3,7; 5,1-5). Ecco perché il matrimonio è indissolubile! Questa premessa è necessaria per comprendere la risposta che oggi Gesù dà ai farisei che lo interrogano sulla possibilità che Mosè aveva dato di ripudiare la moglie. Era stato un “rimedio” col quale Mosè non dichiarava lecito “il divorzio”, ma tentava, con l’atto di ripudio, di limitare gli abusi che in una società fortemente maschilista avvenivano penalizzando le donne. Gesù come sempre non rimane in superficie nella questione, ma va alla ricerca delle cause prime, delle radici malate che producono frutti velenosi. E la radice di ogni male – non solo nel matrimonio – è sempre la stessa: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma». Dunque è la durezza del cuore il motivo delle difficoltà nelle nostre relazioni, dei giudizi impietosi e senza appello, delle insoddisfazioni per i limiti dell’altro, delle nostre comprensioni della vita miopi e deformate e deformanti. Sappiamo che la durezza del cuore traduce l’espressione utilizzata dai Padri della Chiesa: scleo-kardia: un cuore sclerotico, con le vene ispessite per cui il sangue non scorre più come dovrebbe. Qual è la medicina? Ascoltiamo ancora Gesù: «Al principio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina». L’uomo è in continua evoluzione e spesso “dimentica” chi è, da dove è partito e finisce per smarrirsi. Gesù offre il criterio guida, la bussola che ci restituisce l’orientamento corretto: è Il Principio, ossia ripartire dall’ inizio degli inizi: la Creazione e la volontà della Trinità amante che fa partire tutto dall’amore e tutto predispone perché ogni cosa ritorni all’amore. Cosa c’è dunque al “principio”? Lasciamocelo dire dall’Apostolo Giovanni: «In principio era il Verbo, e il Verbo era verso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, verso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste» (1,1-3). Al “Principio” c’è l’Amore che crea ogni cosa ad immagine del Verbo! Ed ogni cosa è creata perché ritorni a Lui. In tal senso vanno rilette le parole dell’inno cristologico che troviamo nella Lettera ai Colossesi: «Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui» (1,16). Pertanto la verità essenziale dell’Uomo – che viene dall’Amore e verso l’Amore ritorna attraverso la vita terrena – è quella di lasciarsi amare da Dio e amare tutti col Suo Amore! La consapevolezza di questa vocazione bellissima ed universale è il frutto del ritorno al “Principio”. E siccome il peccato – che è disgregazione e dis-unificazione del cuore e conseguentemente delle relazioni – è sempre in agguato, allora bisogna fare un lavoro di vigilanza del cuore, un discernimento serio per comprendere con cosa nutriamo il nostro cuore, con quali pensieri, affetti, relazioni… Perché il nostro è un cuore bellissimo, ma altrettanto fragile a causa del peccato e tende facilmente ad… “indurirsi”, rovinando relazioni belle, sante, edificanti, benedette. E poi Gesù lancia un monito perentorio: «Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Sembra una minaccia… In realtà è una promessa: la bellezza dell’unità della Coppia è dono di Dio, è Lui che si impegna a fondarne l’esistenza e la continuità nel tempo, perché Lui è fedele! Tuttavia questo dono immenso è affidato alla libertà e alla responsabilità dell’uomo che deve impegnarsi ogni giorno a custodire il dono che gli è stato affidato. Si tratta in definitiva, tornando “al principio” come ci ha detto Gesù, di vivere il mandato originario del Creatore alla prima umanità: «Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Genesi 2,15). L’amore va custodito e coltivato ogni giorno, solo così non cadremo nella durezza di cuore, causa di tante sofferenze personali e familiari.
Caro Gesù,
è bello il nostro cuore!
Sappiamo, per averlo sperimentato,
che è capace di cose grandi,
ma anche di grandi meschinerie;
è capace di donarsi fino a dare la vita,
ma anche di uccidere l’amore.
Siamo sinceri, almeno con Te:
ci illudiamo di conoscerlo,
ma in realtà spesso
è un mare infido
anche per noi stessi.
Ma oggi la Tua Parola
è un vero e proprio…
eco-cardiogramma!
E ci mostri la causa del male,
di ciò che rende oscuro il nostro cuore:
è la sclero-cardia, il cuore indurito.
È fatto per amare, ma a volte
diventa duro come una pietra,
affilato come una lama
quando taglia ogni tentativo
di ricominciare ad amare…
Cosa può guarirlo?
Dalle delusioni, dalle disillusioni,
dalle ferite profonde
causate da altri cuori… feriti?
Dai facili entusiasmi
che si accendono e spengono
come le luci dei nostri
alberi di Natale?
Solo una cosa:
il ritorno “al Principio”,
alla Fonte della Vita e dell’Amore,
che è il Tuo Cuore.
Da Lì siamo nati!
A Sua immagine siamo stati creati!
Abbiamo solo bisogno
di immergervi le nostre delusioni,
per trasformare le nostre ferite
in feritoie dalle quali passa solo
la luce e la gioia e la speranza
di vivere amori veramente eterni
come eterno ed indissolubile
è il Tuo Amore per noi.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!