5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

17 Marzo 2025 - Lunedì

17 Marzo 2025 - Lunedì

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Gesù nel Cenacolo, poco prima di essere arrestato, lascia ai Suoi discepoli (e a tutti noi) la vera misura dell’amore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Giovanni 15,13). Era necessaria una svolta nella storia dell’Umanità perché dopo il peccato originale è accaduto qualcosa che ha ferito profondamente il modo di vivere dell’Umanità sulla Terra. L’Adamo delle origini infatti era diventato “persona” nel momento in cui l’eterno Padre gli aveva rivolto/donato il Figlio, la Parola, ossia il Logos/Verbo. E diventare “persona” aveva significato scoprirsi “essere in relazione”, in quattro direzioni: con Dio, con sé stesso, con il prossimo e con il Creato. Ma nel momento in cui l’Uomo si è messo in ascolto delle parole del Maligno ed ha ceduto alla tentazione è avvenuto in lui un regresso nel suo modo di essere persona, ossia si è scoperto “individuo”, rivolto più verso sé stesso che non verso Dio o gli altri o il creato. Inizia così una lunga storia di individualismi, egoismi, diffidenza verso gli altri, isolamenti e sofferenze generate dai propri comportamenti spesso segnati da possesso, dominio, sopraffazione fisica o psicologica. A partire dal peccato originale l’Uomo ha interpretato la vita come un continuo “prendere” da tutti gli “alberi” dell’esistenza, pensando solo sé stesso… Ecco perché Gesù è venuto ad offrire a tutti noi la possibilità di ritornare alla verità di sé stessi e in questo passaggio è fondamentale il modo di amare poiché l’amore e l’amare è il dinamismo più importante per noi esseri umani, è quello che ci realizza nel nostro essere uomini e figli di Dio. Dunque al “prendere” come stile di vita, generatore spesso di sofferenze ed insoddisfazioni, Gesù contrappone il “dare”! È questa la chiave che ci permette finalmente di spalancare il cuore e di poter mettere in pratica la Parola di oggi. Se permetto al Dio Amore di abitare il mio cuore allora sarò invaso dalla Sua misericordia e potrò donarla a mia volta agli altri. Meglio ancora: la misericordia come stile di vita nelle mie relazioni non devo inventarmela o costruirmela con i ragionamenti, devo solo prendere coscienza di quanto Dio è stato ed è ogni giorno misericordioso con me; e questa esperienza deve prolungarsi nelle relazioni con gli altri! Non sarà facile, d’accordo, né semplice. Ma questa è la via, l’unica, per costruire esistenze riconciliate e pacificate anche dentro le contraddizioni e le tribolazioni della vita. Se il mio cuore è pieno di misericordia allora saranno facili i passaggi successivi: non giudicare, non condannare, perdonare. Da queste indicazioni comprendiamo che Gesù è davvero un grande appassionato di relazioni e vuole metterci in condizione di viverle da veri figli di Dio e fratelli tra di noi. A tal riguardo, vediamo più da vicino queste tre raccomandazioni. La prima: «non giudicate». Spesso entriamo nei tunnel bui e inospitali dei sensi di colpa perché ci accusiamo di “aver giudicato” qualcuno… In realtà, il peccato di giudizio inizia non quando vedo una persona agire male; se ha fatto del male devo saper fare discernimento tra il bene e il male. Il peccato inizia quando pretendo di entrare nel cuore della persona che ha agito male, pretendendo altresì di conoscere le intenzioni che l’hanno portata ad agire in quel modo sbagliato. È qui il giudizio: non quando mi esprimo sul fatto in sé, ma quando mi illudo di conoscere le motivazioni profonde che hanno indotto una persona a sbagliare. L’evidenza di quanto stiamo dicendo è immediata: se io non conosco nemmeno bene e fino in fondo il mio cuore e a volte alcuni miei comportamenti sorprendono me stesso, come posso pretendere di conoscere il cuore degli altri e pesarne e condannarne i comportamenti??? È giudizio allora quando non solo giudico le intenzioni degli altri, ma quando identifico la persona col male che ha commesso e per questo la condanno senza appello. Si può sbagliare nella vita, certo, e a volte si commettono errori gravi… Ma ricordiamocelo: l’uomo non è il suo peccato; l’azione sbagliata non esaurisce il mistero della persona. Questo lo sa molto bene il buon Dio che offre ad ogni essere umano la possibilità di ricominciare, sempre, a partire da qualsiasi disastro commesso. Io e te non siamo il nostro peccato, ma le infinite possibilità di bene che il buon Dio predisporrà per permetterci di essere veramente ciò che veramente siamo: figli Suoi, creati per essere santi; sì, i santi della porta accanto, nella semplicità di una vita che ricomincia sempre nel nome dell’Amore. Se siamo perdonati sempre da Dio, allora non possiamo esimerci dal perdonarci tra di noi. Anche qui sarebbe necessaria una lunga spiegazione. Mi limito a dire che il “perdono” è un atto della volontà (e non del sentimento; potrei perdonare e tuttavia provare nel cuore ancora della sofferenza) che consiste innanzitutto nel non ricambiare il male con il male! Poi se sarà possibile camminare “a braccetto” con chi ci ha feriti, questo lo si vedrà strada facendo. Intanto il perdono è necessario per spezzare la catena del male che si alimenterebbe con la mia vendetta. Abbracciando queste parole di Gesù accade in noi qualcosa di grande: sentiamo che cambia completamente il nostro approccio alla vita. Da esistenze puntate sull’“avere/possedere” ad esistenze costruite sul “essere/donare” e ci accorgeremo che cambierà radicalmente il nostro modo di “misurare” la vita, secondo quanto ci chiede Gesù: «una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». Se la nostra unità di misura sarà la… misericordia scopriremo finalmente la verità sul nostro cuore: è molto, ma molto… ma proprio molto più grande di quello che pensiamo!

Caro Gesù,
è proprio vero:
Tu sei un grande appassionato di relazioni,
un Innamorato della comunione,
con Te e fra di noi.
Per questo le Tue parole
ci indicano il cammino
per liberare finalmente
i nostri cuori dalla tentazione
di calcolare tutto,
di impostare le nostre relazioni
su unità di misura anguste ed avare,
di giudicare tutto e tutti
in base ai nostri personalissimi
metri di giudizio costruiti sulle delusioni,
sui quei giudizi senza appello
che ci fanno alzare muri tra di noi.
È stupendo invece quello
che ci stai dicendo oggi:
abbiamo un cuore grande,
fatto per cose grandi,
talmente grandi da farci essere…
misericordiosi come il Padre Tuo.
E allora sentiamo che il verbo
che dà senso alla nostra vita
non è più “avere”, ma “essere”,
non più “possedere”, ma “donare”.
Cominciamo a capire
che il Tuo Amore accolto con fede
dilata i nostri cuori
fino a renderli capaci
di amare come ami Tu,
di vedere il mondo come lo vedi Tu,
di accogliere gli altri
come Tu accogli noi
perché ci hai fatto capire
che nessuno di noi è il suo peccato
e che a tutti è data la possibilità
di ricominciare, di tornare a vivere e amare.
E allora l’essere misericordiosi
non è “l’eccezione”,
ma l’unico modo per realizzare
in pienezza la nostra umanità.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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