L’estate è il tempo dei viaggi. Spesso in aereo, per raggiungere più velocemente la meta prescelta. Anche noi, alla Cittadella, abbiamo fatto un viaggio. Un volo. Che ha splendidamente coronato un’estate densa di preghiera e condivisione. Dal 22 al 24 agosto abbiamo vissuto un ricchissimo corso di esercizi spirituali, in occasione del 170° anniversario dalla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Un viaggio che ci ha fatto volare alto. Grazie alla presenza di p. Salvatore M. Perrella, osm, mariologo di fama internazionale, già Preside della Pontificia Facoltà Teologica Marianum e Direttore della rivista scientifica Marianum, autore di più di 40 libri. Averlo come predicatore è stata una grazia straordinaria. Che ha consentito a noi, Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata, e a tanti laici, di fare un potente “salto di qualità”. Nella conoscenza, nella fede, nell’amore. Sì, perché, come ci ha ricordato p. Salvatore, non si può amare ciò che non si conosce.
Un percorso intenso. Che è stato come un tornare alle radici della nostra fede. A partire dalla viva sorgente della Scrittura. Per poi attingere in abbondanza alla Tradizione e al Magistero della Chiesa. E riscoprire, con gioia e gratitudine, che Maria è “nel DNA della fede cristiana”. Come punto di partenza di questo itinerario, p. Salvatore ha proposto un’analisi lucida della società postmoderna. Infatti, se non si parte dall’uomo nella sua concretezza storica, ogni discorso rischia di restare aleatorio, senza incidere profondamente sulle coscienze. “Il nostro oggi è indeterminato, confusionario, decentrato. Stiamo vivendo un momento di profonda crisi, pervasiva e performativa. La persona è un essere in relazione. Con se stessa, con il mondo, con la società, con Dio. Oggi l’uomo vive una particolare fatica relazionale. Ed è talmente decentrato nei suoi rapporti personali, che anche Dio è in crisi”.
È stato edificante e arricchente ascoltare p. Salvatore nelle meditazioni mattutine, dedicate esclusivamente alla Fraternità. E ascoltarlo nuovamente nel pomeriggio, nella sessione aperta a tutti. Numerosissimi laici hanno aderito all’iniziativa. E hanno affollato la cappella della Divina Misericordia. Uno scenario naturale suggestivo. Ideale per predisporre la mente e il cuore all’ascolto, all’apprendimento, alla riflessione.
“Chi è l’uomo?” ecco la domanda fondamentale. Che pone un’importante base antropologica al discorso su Maria. Citando il card. W. Kasper, p. Perrella ha osservato: “Mai nella storia l’uomo ha avuto tante cognizioni di se stesso. Ma, paradossalmente, mai questa abbondanza di informazioni lo ha reso tanto insicuro. Chi è l’uomo? Quanto più crescono le risposte, tanto più l’essere umano fatica ad identificarsi. E questo decentramento di identità porta al disorientamento della nostra vocazione e missione”. In questa nebulosa situazione, ecco che viene in nostro aiuto Maria. E forse non è un caso che gli esercizi siano iniziati proprio il 22 agosto, memoria di Maria Regina. Una data importante nella storia della nostra Fraternità. Che si carica di ulteriore grazia con questa splendida esperienza. Il discorso su di Lei è iniziato con una salutare provocazione: “Maria non è una bambola!”. Maria è il modello antropologico a cui guardare per ritrovare la nostra identità umana e cristiana. “Maria è la donna del fiat, che ci ricollega al Padre. La Chiesa riconosce in Maria l’uomo perfetto, ben riuscito. Maria, una di noi, è il Paradiso in terra”.
“Madre, sorella e amica. Su queste tre parole noi dobbiamo aggiornare la nostra conoscenza di Maria”. Una retta conoscenza di Lei, che renda più saldo e vivo il nostro amore: “Maria è Donna libera, liberata e liberante. Com’è dolce Maria, com’è bella Maria, com’è vicina a noi Maria!”. Ecco allora che p. Perrella ci ha proposto una piccola mariologia storico-salvifica. “Maria nella storia della salvezza non è il centro, ma è centrale, per volontà di Dio. Per conoscere concretamente e santamente Maria, devo andare al Vangelo, base della credibilità storico-salvifica di un progetto che non è nostro, ma di Dio”. Riportiamo qui solo alcune pennellate del ricchissimo affresco dipinto dalla parola cristallina, sapiente e amante di p. Salvatore, nel suo excursus tra le pagine del Nuovo Testamento. A partire dal più antico frammento mariano, in cui “il tema della presenza di Dio, nella pienezza del tempo, ci porta al grande tema della presenza di Maria”: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Nell’Annunciazione (Lc 1,26-38) troviamo la “Donna dell’ascolto sapiente, della parola sapiente”. Una ragazza palestinese povera ma intelligente, “l’unica ad avere un dialogo con la Verità e il Vero, con Dio stesso”.
E poi nella Visitazione (Lc 1,39-56), “Maria alfabetizza la Chiesa nascente, raffigurata da Elisabetta, che riconosce il Benedetto e la Benedetta, cioè sa dire bene di Dio e dell’umanità”. Nel Natale Maria è “Madre del nuovo Sol Invictus, che dissipa le tenebre perché l’uomo ritrovi la vera luce”. Sorprendente ciò che accade a Cana (Gv 2,1-12): “Maria cessa di essere la mamma di Gesù e diventa l’ostetrica di Gesù, della sua identità messianica”. Sotto la croce (Gv 19,25-27) Maria si rivela “Donna coraggiosa”, oltrepassando le regole che vietavano di avvicinarsi al patibolo. Infine, lo splendido quadro degli Atti degli Apostoli (At 1,14) la presenta nel cuore della Chiesa primitiva: “Maria non dominava nessuno, ma la sua autorità era riconosciuta da tutti. Non solo perché era la Madre di Cristo, ma perché era la Credente per eccellenza. Nella comunità avere Maria accanto era una gioia”. Per concludere con l’immagine sfolgorante della Donna vestita di sole. Il “Signum magnum” che prefigura la condizione gloriosa dell’umanità (Ap 12,1).
E ancora, la bellezza. “Abbiamo bisogno di bellezza. L’icona della bellezza è Cristo: “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia” (Sal 45,3). Parlando della bellezza parliamo di Dio e di ogni uomo. Quando il Signore ci giudicherà, ci chiederà se avremo vissuto la via della bellezza. Che significa cogliere l’infinito in ogni persona”. Di questa bellezza Maria è luminosissima icona. E la Cittadella dell’Immacolata? Con profonda riconoscenza abbiamo accolto le parole che p. Salvatore ha pubblicamente rivolto all’assemblea, al termine degli esercizi: “Noi abbiamo bisogno di luoghi belli. La Cittadella è un’oasi di bellezza e di comunione. I Fratelli e le Sorelle dell’Immacolata sono apostoli e apostole di bellezza, con la loro cura dei luoghi e delle relazioni interpersonali. Questa comunità sta dando a tutti noi grande consolazione! Vivete sempre la trasparenza della fraternità. Dio benedica le vostre opere, e porti a compimento ciò che ha iniziato con voi e in voi, per noi!”.
Sì, abbiamo volato alto. E ora, ritemprati dall’aria cristallina respirata in questo volo, siamo pronti per ripartire. Per essere annunciatori gioiosi della bellezza. Lo faremo a breve con la Giornata del Creato. Un’iniziativa nella quale la Cittadella si sente coinvolta a pieno titolo. Per la sua missione di custodia e valorizzazione dell’ambiente naturale. In una sapiente armonizzazione con i luoghi di preghiera. Per riportare l’uomo di oggi, decentrato e confuso, a rinascere. Attraverso l’incontro col Dio della Bellezza.