Abbiamo bisogno di una guida. Amorevole e autorevole. Dolce e ferma al tempo stesso. Che orienti i nostri passi verso il bene. Eppure la nostra società tende sempre più ad eliminare qualsiasi forma di paternità. Lasciandoci tragicamente orfani. In nome di una presunta libertà che alla fine diventa schiavitù. Perché ci invita a fare “quello che vogliamo”. Rendendoci subdolamente schiavi del peggiore dei tiranni: il nostro egoismo. Da tutto questo Gesù vuole liberarci. E con dolcezza infinita viene a noi come Buon Pastore. Si propone a noi come guida. Come padre. Di cui diviene specchio il suo vicario terreno. Il “dolce Cristo in Terra”, come lo chiamava s. Caterina da Siena. Con stupore, gioia e commozione, abbiamo accolto papa Leone XIV come nuovo Pastore della Chiesa!

Nessuno forse si aspettava quel volto, quel nome. Una vera sorpresa dello Spirito Santo. Che ancora una volta, come vento impetuoso (cfr. At 2,2), irrompe con potenza nella sua Chiesa. Sconvolgendo previsioni e ragionamenti umani. E offrendo al popolo di Dio e al mondo intero pastori secondo il Cuore di Dio. Che orientino l’umanità sulle vie della pace e della giustizia. Alla Cittadella abbiamo vissuto con trepidazione l’attesa dopo la fumata bianca di giovedì 8 maggio. Festa della Madonna del Rosario di Pompei.

Un segno importante. Un giorno tutto mariano. In cui i fedeli, con la Supplica recitata a mezzogiorno in tutte le chiese del mondo, hanno invocato dalla Regina delle Vittorie speciali grazie per la Chiesa. E il dono della pace per il mondo intero. Quel grido di pace, esploso dopo interminabili minuti di commozione, è stato la risposta del Cielo a questa accorata preghiera: “La pace sia con tutti voi!”.

E già da mercoledì 7 maggio avevamo iniziato a pregare intensamente per l’elezione del nuovo Papa. Affidandone l’esito al Patrono della Chiesa universale: il nostro caro san Giuseppe. Nel primo Mercoledì del mese, a lui dedicato, p. Francesco ha commentato un titolo originale: “Fornaio dello Spirito”. Sì, così veniva chiamato san Giuseppe dai padri Orientali. Perché tra le sue mani callose di falegname lievitava Gesù, Pane della Vita. Un mazzo di fiori deposto ai piedi della sua statua è stato il segno del nostro totale affidamento a lui, come potente intercessore, soprattutto per il bene della Chiesa.



E domenica 11 maggio la gioia è esplosa nelle solenni celebrazioni eucaristiche. In cui per la prima volta abbiamo nominato il nuovo Papa. Proprio nella domenica del Buon Pastore! Piccolo ma luminoso segno della Provvidenza. “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono” (Gv 10,27). Com’è importante riconoscere la voce del Buon Pastore! E com’è difficile! Perché tante sono le voci che ci stordiscono e che potrebbero confonderci. Ce le ha elencate con molta chiarezza p. Francesco: la voce delle ansie, delle paure, dell’orgoglio, delle ferite del passato, del rancore, della sfiducia. E infine la voce prepotente del mondo, che vorrebbe imporci le sue categorie, impedendoci di fare la volontà di Dio. E quando finalmente riusciamo a distinguere la voce di Gesù, facciamo l’esperienza meravigliosa di Maria di Magdala. Che ha riconosciuto il Risorto solo quando si è sentita chiamare per nome, con infinita tenerezza (cfr. Gv 20,16): “Egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome” (Gv 10,3).




Vocazione e maternità. Ecco altri due temi che si sono armonicamente intrecciati a quello del Buon Pastore in questa Domenica davvero speciale, 62a Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni e Festa della Mamma. Così, ancora una volta, alla Grotta di Lourdes, abbiamo voluto ringraziare la Mamma delle mamme. Ravvivando il nostro amore filiale e la nostra totale appartenenza a Lei. E chiedendo, anche per sua intercessione, numerose e sante vocazioni per tutta la Chiesa e in particolare per la nostra Fraternità.


E quanta fecondità l’Immacolata ha donato, in questi giorni, alla sua Cittadella! Attraverso la presenza di numerosissimi pellegrini. Tra cui il gruppo “Angeli del Rosario” di Delianuova, che ha trascorso un’intera giornata di spiritualità con noi, in compagnia del parroco don Emanuele Leuzzi e del viceparroco don Daniele Dato. E poi tante coppie, alcune delle quali seguono il percorso “Nozze di Cana” alla Cittadella. E anche anime consacrate: le Figlie dei Poveri fondate da don Vincenzo Morinello, con la Superiora Generale M. Maria Agnese Ciarrocco. Che hanno fatto una breve tappa alla Cittadella nel pellegrinaggio verso Roma per il Giubileo.



Ma non solo. Anche i giovani della parrocchia Maria SS. di Porto Salvo (Cannitello) sono stati tra noi. Per vivere un intenso e originale pomeriggio di preghiera e riflessione. Dopo la festosa accoglienza iniziale, ci siamo messi in cammino sui passi di Maria. A partire dalla cappella delle Anime del Purgatorio. Dove Gesù stesso, in un breve momento di adorazione, ci ha “lanciati” alla scoperta di sua Madre. E così, facendo tappa nelle principali “stazioni mariane” della Cittadella, abbiamo rievocato alcune apparizioni di Maria. Grazie all’aiuto di speciali “compagni di viaggio”: i veggenti. Quasi tutti giovani, che hanno aiutato i ragazzi ad entrare, con l’aiuto di Maria, nel cuore di alcune problematiche tipiche della loro età: dall’affettività alle paure, dal mistero della morte alla bellezza della vocazione.




Gli splendidi scenari della Cittadella e il clima primaverile hanno aiutato la riflessione personale e di gruppo. Alcuni segni – l’acqua, la terra, la luce – hanno reso il percorso più dinamico e creativo. Per giungere finalmente alla meta. E rivivere, in compagnia di Alfonso Ratisbonne, l’esperienza liberante dell’incontro con Gesù attraverso Maria. Come lui, i ragazzi si sono inginocchiati davanti all’Immacolata. A Lei hanno teso le mani. E a rialzarli è intervenuto il sacerdote. Segno della materna mediazione della Chiesa.




Oggi, memoria della prima apparizione di Fatima, contempleremo insieme la bontà e la dolcezza del suo Cuore Immacolato. Che ci invita alla conversione e alla riparazione: “Pregate molto e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’inferno, perché non c’è chi si sacrifichi e interceda per loro”. E ci lascia una promessa carica di speranza: “Non ti scoraggiare. Io non ti lascerò mai. Il Mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio”.


