È tempo di estate. Tempo di svago. Tempo di vacanze. Ma anche tempo per ritagliarsi spazi per l’anima. Per la crescita della vita interiore. Perché l’anima non va in vacanza!


San Massimiliano M. Kolbe diceva ai suoi frati: “Il sole con i suoi caldi raggi richiama tutto alla vita: l’erba cresce, i fiori si colorano, in una parola tutto incanta l’uomo. Anche nella nostra anima, cari figli, il sole, che è Dio vi deve mandare il suo calore attraverso i raggi, che sono Maria. Il calore che emana il sole attraverso i raggi deve riscaldarla, affinchè in essa cresca il bene e i fiori delle virtù vi possano sbocciare. Chiediamo all’Immacolata che Lei stessa semini i fiori delle virtù nei nostri cuori, perché possano sbocciare per la maggior gloria di Dio”.


Ecco che la Cittadella dell’Immacolata diviene il luogo in cui fermarsi. Per ristorare il corpo. Per nutrire lo spirito. Per lasciarsi avvolgere e riscaldare dall’Amore di Dio. Domenica scorsa ci hanno visitato i fedeli di San Teodoro Martire di Bagaladi, accompagnati dal parroco Don Matteo De Pietro. Dopo aver partecipato alla Messa ed esplorato gli spazi di preghiera, si sono ritagliati un momento per una verifica pastorale. Inoltre ad allietarci il gruppo della Milizia dell’Immacolata della parrocchia del Sacro Cuore di Catanzaro Lido, accompagnati da p. Rocco Predoti, Vicario provinciale dell’Ordine dei Padri Francescani Conventuali. È sempre tanta la gioia per l’accoglienza dei Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata. E per le giornate di spiritualità che si vivono insieme a loro.



“Mediatrice di Grazia per la nostra salvezza. Maria si spoglia di ogni trionfalismo e si presenta come mediatrice di misericordia. Viene in mezzo a noi come quel giorno in cui, dopo l’Incarnazione del Verbo nel suo grembo, si alzò, andò in fretta verso la città di Giuda e si mise al servizio della cugina Elisabetta. Anche oggi Maria viene in mezzo a noi e si mette al nostro servizio”.

Questa l’immagine che ci ha donato p. Francesco Iermito domenica pomeriggio nel corso della celebrazione estiva in onore dell’Immacolata. Tantissime le associazioni, provenienti da ogni parte della Calabria, che hanno partecipato a questo momento intenso di preghiera.





E dopo la santa Messa, inizia la processione della statua della Vergine Santa per i viali della Cittadella. Tutti gli stendardi delle diverse associazioni. I consacrati e le consacrate. I fedeli laici. E la preghiera del Santo Rosario con meditazioni e canti. Tutto fa da corona all’Immacolata. A Colei che ci porta la salvezza che è Gesù. “Quando Maria passerà in mezzo a noi, pensiamo che Maria ci porta Gesù – ci ha ricordato p. Francesco – e mentre il nostro cuore sussulta, anche Gesù sussulta di gioia per noi, perché incontra dei peccatori che vogliono convertirsi. «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione» (Lc 15,7). La missione di Maria è richiamare l’umanità alla conversione e alla fiducia nella misericordia di Dio”.



Una misericordia che si incarna. Che si mette al servizio. Che si fa storia nella concretezza della vita. “«Signore, quando mai ti abbiamo visto in carcere e siamo venuti a visitarti? ». E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me»” (Mt 25, 39-40). Il nostro Padre Carlo Cuccomarino è cappellano del carcere di Arghillà. Da anni si dedica a questa missione con amore, insieme ad altri fratelli sacerdoti e sorelle della nostra comunità. La scorsa settimana è stato coinvolto nella bellissima iniziativa diretta dal Dott. Rosario Tortorella, Direttore degli Istituti penitenziari “G. Panzera” di Reggio Calabria. Il 3 luglio Don Vittorio De Paoli, assistente spirituale nazionale dell’apostolato mondiale di Fatima, porta la statua della Madonna nell’Istituto penitenziario di Reggio Calabria, Plesso penitenziario Arghillà. È la stessa statua attraverso cui la Madonna guarì s. Pio da Pietrelcina da una grave forma di pleurite il 6 agosto 1959.


Entra nelle prigioni interiori il profumo della santità. Entra la presenza viva di una Madre che libera da ogni catena interiore. Che guarisce dalle ferite del non amore. Ed è un incontro ricco di emozioni tra i detenuti nella Cappella dedicata a Maria Madre della Speranza. La recita del Santo Rosario animato da sor. Francesca e fr. Simone. E sgorgano dagli occhi dei detenuti lacrime di commozione. Cuori che si inteneriscono davanti all’amore di una Madre che ha cura dei propri figli.

Ancora una volta la Fraternità va in pellegrinaggio. Questa volta ad andare in missione è p. Pasquale, accompagnati con sor. Rosa e sor. Nunzia. Hanno avuto la gioia di guidare un pellegrinaggio Giubilare della parrocchia di Melia a Roma e Nettuno presso s. Maria Goretti. Forte l’impatto con la piccola Martire, che ancora parla ai cuori di purezza ma anche di fede e famiglia.

Commovente la visita in s. Maria Maggiore alla tomba di Papa Francesco. Infine con stupore e gratitudine è stato accolto il saluto di Papa Leone all’Angelus. Tutto in compagnia della Santa Vergine dalle Tre Fontane a s. Maria in Traspontina.


E la Cittadella ospita anche quest’anno l’Associazione Pellegrinese “Cultura Sport Ambiente” per la 32° edizione della Sagra del Pane di Grano. Tra i presenti il Presidente dell’APCSA Giuseppe Spoleti, l’On. Giuseppe Gelardi, l’assessore regionale Stefania Maria Caracciolo. È stato presentato il Piatto, frutto di un lavoro di sinergia con gli studenti del Liceo Artistico Preti-Frangipane di Reggio Calabria.


A partecipare anche il nostro p. Giuseppe Saraceno, parroco di Maria SS. Annunziata in Pellegrina. Che così ha inquadrato l’evento nello scenario della Cittadella: “Il profumo della terra, del cielo, del pane sono delle immagini che ci parlano di bellezza. La bellezza di un creato che ci viene affidato. E la Cittadella è incastonata nelle terre della Fata Morgana, questo lembo di terra che si affaccia su un mare splendido. Ricordandoci il grande valore della bellezza. Siamo circondati dalla bellezza del creato, un creato che ci riporta a Dio, che ci fa elevare il cuore a Dio. Il pane, la ceramica, la tradizione, il lavoro, la cultura ci ricordano proprio la grandezza del cuore dell’uomo, che può plasmare quello che ci è affidato per farne qualcosa di bello, a gloria di Dio e per il bene degli altri”.

È quello che avviene alla Cittadella. Maria che partorisce i suoi figli alla bellezza della vita. Poniamoci sotto il suo manto e nel corso della nostra giornata riponiamo in Lei tutti i nostri affanni e la nostra fiducia. E preghiamo: "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen".


