Nel caldo intenso dell’estate, abbiamo bisogno di trovare ristoro. Di tuffarci nel mare! Non solo nelle meravigliose acque dei nostri mari. Ma anche nell’oceano sconfinato dello Spirito. Se i nostri corpi soffrono per l’afa, anche le nostre anime hanno sete. Sete di eternità, sete di Cielo, sete di Dio.

La Cittadella, piccola oasi di spiritualità, nasce per questo. Per offrire alle anime assetate di Dio l’acqua fresca, rigenerante e sempre nuova dello Spirito Santo. Nel cuore di luglio abbiamo vissuto questo “tuffo”. Tre giorni in cui fermarsi. Tre giorni in cui restare in ascolto della “brezza leggera” in cui Dio parla al nostro cuore (cfr. 1Re 19,12). Un “tuffo” che ci siamo regalati innanzitutto noi, Piccoli Fratelli e sorelle dell’Immacolata. Sì, perché anche noi consacrati abbiamo bisogno di ricaricarci. Per poterci poi donare con più entusiasmo nella vita di servizio e apostolato.

Nel cuore dell’estate, ecco allora il dono degli esercizi spirituali. Per tre mattine ci siamo messi in ascolto del nostro p. Antonio Carfì, Vicario della Fraternità e Mariologo. Che ci ha immersi nelle acque sempre fresche della Parola di Dio. Per riscoprire le motivazioni più profonde della nostra vocazione. A partire dalla vita di fraternità. Dono meraviglioso e insieme faticosa conquista di ogni giorno. Perché solo se ci amiamo tra noi come Gesù ci ama saremo testimoni credibili nel mondo: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).


E poi, nel pomeriggio, all’ombra degli ulivi, nella Cappella della Divina Misericordia, un altro “tuffo”. Stavolta nel Cuore Immacolato di Maria. Numerosissimi gli amici laici che hanno aderito all’iniziativa. Per riscoprire la devozione mariana nelle sue origini più autentiche. “Il primo devoto di Maria è Dio stesso”, ha affermato con sicurezza p. Antonio. Un’affermazione troppo radicale, forse inopportuna? No! Perché le pagine della Scrittura sono intrise di uno speciale amore di predilezione di Dio per Maria, immacolata Madre del suo Figlio. Prefigurandola già nell’Eden, come Nuova Eva dopo il peccato originale (cfr. Gen 3,15). Bussando con delicatezza estrema al suo cuore nell’Annunciazione (cfr. Lc 1,28). Infine, profetizzando il suo trionfo finale nelle pagine dell’Apocalisse: “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle” (Ap 12,1).


Ecco l’aggancio con Fatima: “Alla fine, il mio Cuore immacolato trionferà”. Una promessa quanto mai consolante nei tempi drammatici che stiamo vivendo. Sì, perché Maria, strumento della Provvidenza divina, opera concretamente nella storia. Nella misura in cui noi ci affidiamo a Lei. Ce lo ha dimostrato p. Antonio: con un elenco impressionante di eventi che hanno scongiurato lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale, già alla fine del XX secolo. Non a caso, tutti in date mariane.

E ancora un altro tuffo! Stavolta nella frescura dei boschi. Sabato scorso un numeroso gruppo di pellegrini è partito per la Sila Grande, guidato da alcuni nostri Fratelli. Per vivere una giornata di distensione, comunione e spiritualità. In quel “santuario a cielo aperto” che è il creato con la sua bellezza. E concludere con una visita alla cattedrale di Cosenza.



Freschissime e rigeneranti acque. Quelle che scaturiscono dal sacramento dell’Eucarestia. In questo oceano sconfinato di pace e salvezza ci siamo tuffati domenica, con la Giornata Eucaristica. Un tempo per “gustare e vedere com’è buono il Signore” (cfr. Sal 33,9). Immergendoci nel suo Cuore eucaristico. E consolati anche dalla Parola: il Vangelo del Buon Samaritano (Lc 10,25-37). Come ci ha ricordato p. Francesco, sulla scia dei Padri della Chiesa, “il Buon Samaritano è Gesù stesso. Lui è sceso da Gerusalemme a Gerico, cioè dal Cielo alla nostra povera Terra. Lui ha avuto compassione di noi, feriti a morte dal peccato. Lui ha curato le nostre piaghe con le sue Piaghe (cfr. Is 53,5). Lui vi ha versato vino e olio, simbolo dei Sacramenti”. E proprio con vino e olio sono state unte le mani dei fedeli. Un segno semplice e forte. Suggerito da don Pasqualino di Dio, Coordinatore nazionale delle realtà legate alla Divina Misericordia. Un segno che diventa impegno: diventare anche noi “guaritori” dei fratelli attraverso gesti concreti di carità.


E ancora, davanti all’Eucarestia, nell’Adorazione. Per lasciare che il Maestro parli al cuore. E lo disseti con l’acqua viva della sua dolcissima Presenza (cfr. Gv 4,10). Infine, una breve processione eucaristica. Per onorare Gesù e portarlo, idealmente, per le strade del mondo. Chiedendo in modo speciale il dono della pace.


E la presenza tanti amici ha rallegrato anche in questi giorni la Cittadella. Una presenza densa di festa e gratitudine, vissuta con un 50° anniversario di matrimonio. Una presenza di condivisione e ascolto, con un piccolo gruppo di Palmi che ha seguito con noi una giornata di esercizi spirituali. E poi ancora tanti giovani, anzi giovanissimi! Le cresimande della parrocchia Maria SS. Addolorata di Barritteri (Seminara), accompagnate da don Vincenzo Condello. E gli adolescenti del Gruppo liturgico della parrocchia “S. Maria degli Angeli” di Porelli (Bagnara). Che hanno vissuto un piccolo ritiro in Fraternità, guidati dal nostro p. Giuseppe Calogero. Giorni intensi di riflessione e preghiera. Ma anche di divertimento, con tante uscite. E la testimonianza semplice e gioiosa dei Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata.


Sì, ci siamo tuffati nel mare. Il mare sconfinato dello Spirito. Che attraverso le sue mille diverse onde ha dato ristoro, freschezza, nuova energia alle nostre anime. L’estate continua… E noi continuiamo a tuffarci ogni giorno nello Spirito! Perché sia ancora tempo di grazia, tempo di riposo, tempo di rinascita.
