Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 16,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Questa parabola sembra concludersi con un invito di Gesù ad essere… disonesti! È possibile questo? Ovviamente no. E allora proviamo a capire il vero messaggio.
Innanzitutto la prima cosa da porre in evidenza è che non siamo “padroni” della nostra vita, ma amministratori che dovranno rendere conto un giorno del proprio operato. Sì, verrà un giorno in cui dovremo lasciare questa terra e forse ricordarcelo ogni tanto non ci farebbe male, non certo per alimentare paure e angosce (ci bastano quelle di ogni giorno… ahimè…), ma per imparare ad apprezzare il dono unico ed irripetibile dell’esistenza terrena.
Ora, quello che l’amministratore disonesto non ha capito – ma che noi ormai sappiamo molto bene – è che in realtà, pur essendo amministratori, siamo anche figli! Figli di quel Dio Padre che ha ricordato al fratello maggiore della parabola del figliol prodigo una cosa essenziale anche per noi: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo» (Luca 15,31)! Tutto ciò che è di Dio è nostro! E allora non abbiamo bisogno di “rubare” in questa vita perché, ci ricorda l’evangelista Matteo «il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate» (6,8).
Invece spesso noi ci muoviamo nel Cuore di Dio come stranieri, “operai” e non figli, come visitatori di passaggio, mentre il Suo Amore è casa nostra! Riusciremo un giorno a capirlo e a vivere questa tenerissima intimità? Speriamo di sì! Un altro aspetto deve essere sottolineato: il valore dell’amicizia. Alla fine della parabola Gesù ci lascia con questa raccomandazione: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne». Creare amicizie belle, vere, libere e liberanti, relazioni fondate sull’amore, sulla solidarietà, sulla carità e sulla verità: questa è la vera ricchezza.
E perché Gesù la chiama “disonesta”? Perché l’amicizia, per essere autentica e umanizzante, deve fondarsi su un Amore che non è “nostro”, lo “rubiamo” dal Cuore di Gesù. E Lui se lo lascia rubare volentieri!!! La chiama “disonesta” perché per creare questi legami profondi tra persone fragili abbiamo bisogno di essere misericordiosi e questo non è nel nostro DNA ferito dal peccato e che ci inclina piuttosto ad essere orgogliosi e rancorosi e astiosi e con una memoria molto labile se dobbiamo ricordare il bene che ci è stato fatto, mentre è sempre viva e lucidissima nel ricordare i mali ricevuti. Per questo siamo “ladri” perché rubiamo la Misericordia divina che non meritiamo e che non possiamo “comprare”, ma solo “rubarla” dal Cuore di Gesù che, “guarda caso”, lascia le porte del Cuore “sbadatamente” sempre aperte perché possiamo entrarvi, come i “ladri”, anche nelle “notti” della vita, come ci insegna il Buon ladrone (cfr. Luca 23,40-43)! Devo dunque “rubarla” questa misericordia perché non ne sono capace da solo e il Vangelo invece me ne ricorda sempre l’importanza: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Luca 6,36).
Un’ultima cosa: la carità “rubata” a Dio (che ce la regala con generosità straripante effondendo su di noi lo Spirito Amore) crea legami non solo per il tempo terreno, ma per l’eternità. Vivere la carità con tutti – amici e sconosciuti – ci permette di avere tanti “amici” nel Cielo che pregano per noi, che invocano per noi da Dio grazie su grazie, che un giorno abbracceremo per una Festa senza fine. Si tratta dunque di una lezione magistrale per farci comprendere che il denaro (o in genere i mezzi di sussistenza) – che quasi sempre genera cupidigia, avarizia, indurimento del cuore – se usato in modo evangelico può diventare strumento per creare giustizia, pace, solidarietà. Sì, perché tutti desideriamo essere felici e non c’è felicità più bella di quella che possiamo condividere con gli altri.
Caro Gesù,
oggi ci inviti a fare qualcosa
che davvero sentiamo
nelle nostre corde:
creare reti di amicizie.
Lo sai che ormai siamo
specialisti delle reti,
sempre iperconnessi,
ma non sempre connessi con la realtà,
perché ci fa paura
e preferiamo illuderci
che tutto vada bene…
dietro una tastiera.
Tu ci inviti invece
a scendere in campo
per rimboccarci le maniche,
in modo reale, senza schermi,
ma imparando a godere
dello sguardo degli altri.
Ci inviti a creare reti di amicizia
condividendo pani e olio e grano
che fanno brillare gli occhi degli uomini;
ma anche carità, attenzione, ascolto
che fanno brillare il cuore
dei nostri fratelli e sorelle in umanità.
Ci inviti ad usare non solo “le reti” del web,
ma quelle reti di memoria evangelica,
dalle maglie fitte fitte
perché nessuno sfugga al Tuo Amore
che quando immerse nei mari della vita
vengono tirate su
dai discepoli di ogni tempo
piene di pesci, di vita, di futuro.
Aiutaci Gesù ad essere amici veri,
ad avere amici veri,
perché i nostri legami fondati
sulla verità e sull’amore
danno senso a questi giorni
e all’Eternità.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!